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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale Silvio è poco più di un ragazzino, ma suo malgrado si sente già un adulto, con i pesi e le responsabilità che questo comporta. Con il padre latitante dopo la prigionia e il fratello maggiore ancora al fronte, è lui, all'inizio del racconto, il capofamiglia. Sarà prima partigiano, poi sminatore, ristoratore e infine operaio nelle miniere di carbone in Belgio. Si snoda così la storia di quella giovinezza che sembrava non essergli mai appartenuta, con i primi amori, le serate in compagnia dei colleghi, i viaggi, i primi risparmi per costruirsi un futuro. Silvio si rivolge al lettore scrivendo di anni duri senza indugiare sulla miseria, ma mettendo in luce gli aspetti di convivialità e semplicità che li caratterizzarono. Un memoir commovente e sincero, per tuffarsi insieme al protagonista e narratore nel passato, con le sue difficoltà ma anche con la sua gioia sincera.