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Ci sono storie che meritano di essere raccontate e musiche che meritano di essere ascoltate, ma che spesso non trovano spazio nelle grandi narrazioni storiografiche perché non si lasciano facilmente imbrigliare nelle categorie convenzionali. Il caso di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968) è un esempio assai eloquente di questa difficoltà di raccontare l'esperienza musicale di un artista che sembra aver deliberatamente assunto una posizione refrattaria a ogni inquadramento possibile. Dunque una personalità complessa, che tuttavia ha saputo giocare un ruolo attivo nell'orizzonte culturale della sua epoca attraverso la sua musica e le sue riflessioni sulla musica. Dotato di una felice vena creativa e sostenuto da una solida preparazione tecnica, Castelnuovo-Tedesco era anche un intellettuale finissimo, di formazione e attitudini cosmopolite, che ha esercitato l'attività di critico musicale in parallelo con quella di pianista e compositore.