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«A quale generazione è andata meglio, negli ultimi cento anni? Pare ai cosiddetti "boomer", ossia ai nati intorno agli anni Sessanta del secolo scorso. Eppure, chi è venuto alla luce in quel decennio appartiene a una generazione che non ha ancora deciso bene cosa vuole fare da grande, ha nel DNA il '68 e la smania della disobbedienza dei figli contro i padri; guarda al passato, che appare lontano, ma lascia anche galoppare la fantasia verso le praterie di un futuro sempre più tecnologico... e anche un tantino inquietante. Così, tra tenui nostalgie e rimpianti, agitazioni e apprensioni, impossibile non conoscere il disagio di appartenere a un presente in continuo divenire e la solitudine esistenziale alla quale molti cercano rimedio con l'identificazione a un gruppo-setta, partito, associazione - ma non funziona per tutti e non ci sono veri rimedi. È faticoso vivere il presente col virus della malinconia, sentirsi un alieno in mezzo agli altri, ma rifiutare di indossare una maschera; non c'è nessuna ragione per rimpiangere il passato e neppure ci sono le premesse per ritenere che il futuro sarà bello, equilibrato e saggio...»