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L'autore, a partire dal titolo della silloge, si propone di trasmettere le proprie esperienze sui temi dell'amore e della perdita di persone care - un amico, il genitore - e lo fa invitandoci ad accompagnarlo lungo un percorso, anzi più percorsi, segnati da esperienze a volte lievi e liete, altre volte profondamente dolorose e inquietanti. Tommaso Maresca realizza tutto questo, dapprima, introducendoci con apparente leggerezza, ma al tempo stesso con schiva riluttanza, nella remota e inaccessibile dark room della sua anima, usando frasi che sembrano non affrontare direttamente gli argomenti che enuncia nei titoli, come un volersi tenere a debita distanza da chi leggerà i suoi versi. Poi, poco alla volta, comincia a svelarne e a definirne i contorni, a farci prendere visione di ciò che è racchiuso nei suoi ricordi, a motivare il perché abbia deciso di segregarsi in questo luogo buio e freddo, solo, in compagnia dei suoi pensieri e della poesia, compiendo ogni inimmaginabile tentativo per mantenersi distante dalla realtà, nella quale ha rischiato di essere travolto dalla marea della sofferenza. Prefazione di Sergio Tardetti.