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Sovana, città sacra degli Etruschi? L'interrogativo nel titolo è d'obbligo. Non c'è certezza, è solo un'ipotesi fondata su più indizi: il fatto che la cittadina non sia stata mai distrutta e, probabilmente, mai invasa e la varietà e la grandiosità dei monumenti funerari. L'imponenza di alcuni monumenti sembra dimostrare che, nelle necropoli furono inumati personaggi illustri che è difficile pensare siano stati presenti in questa città piccola e di scarso peso politico in epoca etrusca. Il dipinto della tomba François di Vulci, dove un partecipante allo scontro ha un nome sovanese, viene generalmente interpretato come la prova della partecipazione della cittadina alle guerre fratricide. L'ipotesi includerebbe Sovana fra le città politicamente impegnate; in tal caso sarebbe difficile pensarla 'città sacra'. Potrebbe, però, anche essere che il sovanese del dipinto partecipasse allo scontro a titolo personale e non come rappresentante della città. Il sottotitolo (dalle prime città alle città etrusche della media valle del Fiora) spiega l'obiettivo della ricerca: Sovana è l'unica delle città dell'area dove sono ancora visibili o, almeno interpretabili, le tracce lasciate da eventi preistorici. Nella prima fase, la ricerca sarebbe dovuta partire dalla cultura di Rinaldone, fra l'altro trattata in un precedente lavoro nel quale non erano stati risolti i dilemmi delle origini e della sua scomparsa. I risultati dello studio sulla cultura di Rinaldone del ricercatore Claudio Pofferi, mi ha consentito di dare possibili risposte all'interrogativo. Per questo motivo ho esteso la ricerca al periodo preistorico di appartenenza della cultura rinaldoniana, il Neolitico, e ho seguito il percorso culturale dei popoli dell'Europa fino a descrivere il probabile contesto in cui quella cultura si è sviluppata, ha vissuto e il perché potrebbe essere scomparsa.