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A differenza delle catastrofi naturali, il cui potere distruttivo è concentrato in un'area precisa e in un determinato periodo di tempo, o delle malattie in generale, che possono avere effetti devastanti ma comunque circoscritti, le epidemie hanno l'incontenibile capacità di sconvolgere la vita quotidiana su scala globale, gravando sulle risorse pubbliche e private e interrompendo il flusso del commercio e dei trasporti. Oggi, ormai, è sempre più facile spostare persone, animali e merci da un capo all'altro del Pianeta, ma se da una parte il progresso ha reso agili questi movimenti dall'altra ha aumentato la possibilità di innescare la diffusione di nuove pandemie. E come ha dimostrato l'esplosione di casi di Ebola, MERS, Zika, fino alla più recente Covid-19, siamo tragicamente impreparati a gestirne le conseguenze. Cosa possiamo - e dobbiamo - fare, quindi, per difenderci dal terribile nemico che in questi anni sta mettendo a rischio il nostro destino? Attingendo alle ricerche scientifiche più recenti, alle nuove indagini epidemiologiche e forte della sua lunghissima esperienza, Michael T. Osterholm delinea con chiarezza quali sono le risorse e i programmi che dobbiamo mettere in campo se vogliamo proteggerci dalle minacce rappresentate dalle malattie infettive: innanzitutto progettare una sanità, un governo e un sistema produttivo e commerciale in grado di operare in modo continuativo e creare una scorta strategica internazionale di beni critici, come medicinali salvavita e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari. Pubblicato per la prima volta nel 2017 e arricchito ora da una nuova premessa sulla Co-vid-19, II peggior nemico è un saggio che fa luce anche su un altro fattore molto importante che può costituire un serio pericolo per il futuro dell'umanità: la resistenza agli antibiotici. Solo rendendoci conto delle sfide che dovremo affrontare, dice Osterholm, potremo impedire che l'inimmaginabile diventi davvero inevitabile.