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Quando parliamo di Alighiero Boetti difficilmente pensiamo che nel suo percorso artistico vi era il supporto del suo assistente afghano Salman Ali. Conosciuto a Kabul nel 1971 e giunto a Roma due anni dopo, da un'iniziale collaborazione il rapporto tra i due si trasforma subito in qualcosa di più intenso: non solo un assistente, ma un vero e proprio membro della famiglia, che ha deciso di raccontare la sua esperienza da testimone diretto della vicenda umana e artistica di Boetti nella sua autobiografia. A certificare questo profondo legame, la raccolta personale di Salman delle opere dell'amico fraterno Alighiero ricevute in dono e il cospicuo archivio fotografico: scene di vita quotidiana, di viaggi e di numerose esposizioni. Un materiale straordinario, che la galleria Tornabuoni espone in una mostra itinerante a Milano e a Parigi, condividendo così con il grande pubblico l'aspetto più umano e intimo della produzione di uno dei più grandi artisti contemporanei italiani. Il volume si compone del testo autografo di Salman Ali in versione italiana e inglese, delle opere e delle foto storiche presenti in mostra, ed è corredato da testi di Clino Trini Castelli, Bruno Corà e Giorgio Colombo, tutti testimoni del profondo rapporto tra i due.