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Attraverso l'esame di documentazione inedita e carte processuali, questo libro ricostruisce un autentico intrigo. Nel XIII secolo la città di Vicenza possedeva la cosiddetta "zona alta" dell'Altopiano dei Sette Comuni: un'impervia catena montuosa soprastante la Valsugana che diverrà oggetto di acerbi scontri tra veneti e imperiali dopo l'annessione dell'Altopiano alla Repubblica di Venezia (1405). Nelle montagne di Vicenza i pascoli erano affittati a privati conduttori, mentre nei boschi era concesso agli abitanti dell'altopiano dei Sette Comuni di approvvigionarsi di legna per uso personale. Queste regole vennero sempre rispettate? Cosa accadde quando la città, alla fine del XVI secolo, iniziò a incoraggiare una politica di sfruttamento commerciale dei boschi? Perché i Sette Comuni arrivarono a far produrre un falso privilegio attraverso il quale attribuirsi la proprietà delle montagne di Vicenza? Questo libro reinterpreta e riscrive un capitolo di storia delicatissimo relativo ai rapporti tra la città di Vicenza e la Reggenza dei Sette Comuni. Sullo sfondo del panorama istituzionale veneziano ed entro le più ampie coordinate del contesto internazionale, microstoria e macrostoria si intrecciano, fino ad illustrare, in ultima analisi, in che modo si giunse all'annessione ai Sette Comuni delle montagne di Vicenza.