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Il nuovo numero di «Terra e Storia» è dedicato al gioiello di Battaglia Terme, il castello del Catajo, già Ca' del Taio, con possibile riferimento allo scavo del Canale di Battaglia, che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli. La particolarità di questo luogo sta nella ricchezza di edifici e spazi diversi, collegati fra loro da scale, salite, discese, intrecci di corridoi, frutto dei diversi interventi edilizi succedutisi nei secoli, a partire dalla quattrocentesca Casa di Beatrice, che fu arricchita nella seconda metà del Cinquecento da Pio Enea Obizzi, il proprietario che si improvvisò architetto, costruì il castello e lo fece decorare con le gesta dei suoi antenati da Zelotti. Il nipote Pio Enea II nel Seicento trasformò il complesso secondo un grandioso progetto di insieme e aggiunse il Cortile dei giganti, giardini, terrazze, fontane, un teatro e fece terminare il ciclo di affreschi voluto dal nonno. Ultimo celebre proprietario fu l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro-ungarico, che vi soggiornò più volte per le sue battute di caccia, prima di cadere vittima nel 1914 dell'attentato che fece scoppiare la prima guerra mondiale.