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Dopo anni di salute malferma, il capitalismo versa ora in condizioni critiche. La crescita ha ceduto il passo alla stagnazione, la disuguaglianza ha condotto all'instabilità sociale e la fiducia nell'economia è ormai svanita. In Come finirà il capitalismo? Wolfgang Streeck tratteggia l'alba di sovvertimenti epocali. Del resto, il matrimonio fra democrazia e capitalismo - partner male assortiti convolati a nozze tra le macerie della Seconda guerra mondiale - è giunto al capolinea, le istituzioni di regolamentazione che un tempo arginavano gli eccessi del settore finanziario sono ora crollate e, dopo la vittoria del capitalismo alla fine della Guerra fredda, non esiste più un organo politico in grado di arrestare l'avanzata della liberalizzazione dei mercati. Il nostro è ormai un mondo definito da una crescita in costante declino, dalla governance oligarchica, da una sfera pubblica sempre più ristretta, dalla corruzione istituzionale e dall'anarchia internazionale, e nessuna cura per questi mali s'intravede all'orizzonte.