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Alcuni sostengono che ambiente e crescita sono incompatibili. Alcuni narrano che crescita e ambiente potranno conciliarsi. Altri che, per salvare il pianeta e migliorare il nostro benessere, basterà espungere gli aspetti nefasti della crescita. Il tratto comune è così sintetizzabile: niente rinunce! Il mondo che ci aspetta continuerà a progredire, secondo i criteri che ognuno di noi attribuisce al progresso. Quindi possiamo rilassarci: i problemi sono seri, per alcuni anche molto gravi, ma abbiamo il controllo! E invece no. Non possiamo avere la capra e i cavoli. Dobbiamo dolorosamente diventare adulti e fronteggiare una realtà scomoda. I problemi climatici ed energetici non rappresentano una crisi, e nemmeno un'emergenza, bensì un passaggio d'epoca che non possiamo fronteggiare aspettando l'eroe buono che risolva le difficoltà e allontani i pericoli. In questa transizione, impegniamoci a cogliere i termini esatti delle difficoltà e dei pericoli, capacitiamoci che dovremo rinunciare a parte del nostro stile di vita e ragioniamo su come rendere accettabile il declino che già si è avviato. Dovremo ridurre popolazione ed economia il più rapidamente, ma anche il meno traumaticamente possibile. Dovremo abbandonare il criterio dell'efficienza per quello della sufficienza. Dovremo smettere di pensare a cosa potremmo fare in più e cominciare a pensare a cosa potremmo fare in meno.