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Il volume presenta la corrispondenza, tra la fine degli anni cinquanta e il termine del decennio successivo, tra il premio Nobel Giulio Natta e un giovane Enzo Ferroni, uno dei fondatori della "chimica applicata al restauro". Il lavoro ha consentito di recuperare a quasi sessant'anni di distanza il ricordo di Ferroni ricercatore d'avanguardia anche nel campo delle macromolecole e la possibilità offertagli da Natta di un prestigioso posto di lavoro presso il suo istituto a Milano. Sono le sorprese degli archivi, anche scientifici: prolifici di dati tecnici ma anche di tracce di umanità. Il testo include anche la pubblicazione comune dei due studiosi e sette articoli di Ferroni presentati da Natta all'Accademia dei Lincei.