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Abbiamo speranza di conoscere veramente la realtà ultima delle cose? "No", è in sintesi la risposta di Kant; considerata una delle maggiori espressioni dell'acume intellettuale speso nell'intento di rispondere a questa così basilare domanda ormai circa due secoli e mezzo fa. La stessa cosa dicono oggi i fisici teorici di meccanica quantistica, come ad esempio l'autorevole Carlo Rovelli, che dissolvono la realtà in un "gioco di specchi" privo di fondamento. Ma se fossimo incapaci di conoscere la verità di qualcosa, come potremmo affermarlo? La verità e la realtà sono forse due "cose" diverse? Ecco alcune questioni che questo scritto promette di indagare, ricercando con la lente d'ingrandimento le insidie di concezioni sottilmente paradossali, cosparse di presupposti travestiti da assiomi indiscutibili, per portarci sul terreno sostanziale della realtà; sul fondamento più solido sul quale possiamo positivamente costruire e strutturare la fiducia di una consapevolezza incrollabile; il lembo di terra al quale apparteniamo, aggrappati e partecipi del tessuto cosmico: il pensare. Questo lavoro nasce sulla base dei principi epistemologici e gnoseologici di Rudolf Steiner (1861 - 1925)