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La morte della ventottenne Beatrice Acquaviva d'Aragona, sposa di Francesco Castromediano e amatissima marchesa di Caballino, si abbatte sul feudo come una tragedia inaccettabile. Ma mentre la piccola corte salentina cade nella disperazione, c'è chi di quel lutto inatteso gioisce; don Pietro Altomonte, arrogante signorotto leccese, incarica i suoi bravi di recuperare i documenti che attestano i diritti dei Castromediano sui possedimenti caballinesi, per impadronirsene. Il crudele Ferrando e Lupo, l'uomo dal fiuto infallibile e dal tormentato passato, corrompono, intimidiscono e giungono a uccidere per scoprire il nascondiglio di quelle carte, ma senza esito, tanto più che il segreto di don Francesco è ben altro... Nell'arco di ventisei anni, da quei primi eventi fino alla morte di Francesco Castromediano, tra storia e leggenda, il racconto scorre nelle vie del borgo di Caballino e nelle campagne circostanti, tra le mura del convento voluto dalla marchesa devota a san Domenico di Guzmán e nella coscienza turbata del priore padre Bonaventura, inquieto depositario di segreti propri e altrui. Nel frattempo arriva il flagello della peste a ricordare agli uomini la loro fragilità, ma anche a pareggiare i conti. E la memoria di un amore straordinario troverà i suoi testimoni.