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La nuova silloge di Adriano Zuccatti (Ciago, Vallelaghi, TN, 1958) conferma la ricerca del Poeta in direzione della parola che possa trasmettere l'emozione derivante dall'instabilità e precarietà proprie dell'uomo. Una parola poetica viva che crea libertà e conduce l'io a superare paure e ansie. Nei versi serpeggia la tensione verso una spiritualità che, partendo dal proprio tempo, riesce a unire la singolarità del Poeta al senso complessivo del mondo nella ricerca del proprio orizzonte esistenziale. In un contesto di lacerazione della speranza, la poesia assume la percezione di un valore che diventa espressione di sentimento e di sensazioni. Le parole sono appunti di un viaggio segnati nelle pagine, ma ciò che emerge è la bellezza delle visioni offerte dal verso, che è il segno tangibile di un codice simbolico che è un intreccio di sentieri onirici. La poesia è luogo dell'essere che si fa misterioso cammino verso la salvezza.