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Brevi monologhi, dialoghi interrotti, frammenti 'apocalittici': al centro di questa raccolta di scritti teatrali e narrativi vi è la parola. Parola che non è, tuttavia, mezzo di comunicazione, ma, al contrario, nell'epoca dei social e dell'infodemia, diviene mera elucubrazione solipsistica, in cui le tante voci che animano simili schegge drammaturgiche si specchiano. Una galleria di personaggi di diversa età, estrazione sociale e culturale, tutti accomunati dal «mormorio dell'Ego», rumore di sottofondo che ne fagocita le esistenze, e che costituisce il filo conduttore di questa angosciosa satira del presente, un mondo giunto alla fine, la cui agonia è accompagnata da una prospettiva disperatamente narcisistica.