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«La raccolta è composta da versi minimalisti, spesso - soprattutto nel titolo - identificati con un'unica parola, al più due, quasi un sussurro, se non un'invocazione, che in dicotomie, paradossalmente ricongiungenti, rimandano proprio a quel mondo interiore di sentimenti contrastanti di cui si nutre il vero amore. Odi et amo, scriveva Catullo, perché l'amore non è uno, non è mai semplice, non è mai univoco, è sì immediato ma soprattutto poliedrico, poiché capace di sconvolgere un'anima frammentandola all'infinito pur lasciandola unita... una doppia unità.» (dalla prefazione)