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Sulla scia del suo precedente lavoro, "Fu chiamata da molti Beatrice", nel quale si ipotizza, per la "gentilissima" che guidò Dante dal paradiso terrestre a quello celeste, un'identità diversa da quella tradizionalmente riconosciuta, la ricercatrice Daria De Vita mette a punto uno studio accurato ed esauriente sulla figura di Dante e la confraternita denominata dei Fedeli d'Amore, il "movimento ecclesiale laico" a cui il Sommo Poeta aderì e che condizionò fortemente la sua lirica e la sua stessa biografia personale. Il punto di partenza è la "Vita nuova", l'operetta "fervida e passionata" che precede lo studio filosofico di Dante e nella quale si trovano le premesse dottrinali della "donna" Beatrice; da qui si prosegue, con l'ausilio di esempi concreti, appassionanti commenti e spiegazioni approfondite, a tracciare l'intera mappa dell'opera dantesca, sostenendo ad esempio che la Commedia può essere considerata una palinodia, una sorta di rettifica, in primo luogo nei confronti della Vita Nuova, in quanto ogni volta che il poema incrocia elementi apparsi scorrettamente nell'operetta ne fa seguire una smentita intenzionale. Un saggio che presenta la vita e l'arte di Dante secondo una prospettiva inedita.