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«Poesia snella, fresca, avvincente quella di Emma Mazzuca, che con il suo verso espanso, armonico e rotondo, riesce a coprire tutti gli spazi dell'umano esistere. La sua espressione ontologica è alla ricerca continua del termine, della parola, del sintagma per dire quello che dentro esulta. "Alla ricerca delle parole definitive", il titolo della silloge che, con il suo percorso epigrammatico rovescia sul foglio ogni battito cardiaco che dentro le suona (...) Molti sono gli input che denotano l'amore e il fatto di esserci. Una poesia ampia abbondante la sua che spesso si identifica con la voce prosastica, si può dire senza dubbio che il suo poema è di positura estesa, dove il verso si amplifica e si nutre di stimoli interiori. Questa è la sua poesia, il suo fremito ontologico, dove sono contenuti gli abbrivi dell'animo della Nostra. (...) La creatività della Mazzuca si estende come un campo di grano biondeggiante (...) Tanti motivi personali che danno forza e ardore alla abundantia creativa della scrittrice. La parola corre fluente in preda ad un animo vòlto a concretizzare le emozioni e i palpiti che dentro fremono. L'accostamento delle parole in iuncturae significanti offre l'idea della sua forza immaginifica. Tutto si fa limpido e chiaro, e quello che appare è la necessità di sfogare i patemi che dentro urgono. Il verso ampio e articolato, più vicino ad uno stile prosaico che tradizionale di sinestesie endecasillabi, rivela un mondo interiore complesso (...)» (dalla prefazione di Nazario Pardini). Postfazione di Maria Caracciolo.