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È la vita romanzata del nostro massimo poeta, un'esistenza illuminata da un genio "più che umano", come lo giudicarono i contemporanei, ma anche avvelenata dalle incomprensioni e da tragiche vicende storiche. Ricco solo della sua immensa cultura, ma molto povero di mezzi, dedica la vita alla letteratura, ricavandone le amarezze e le offese che gli ignoranti rivolgono ai dotti; tenta, come guelfo bianco, la strada della militanza politica e ci guadagnerà ben di peggio: l'esilio perpetuo, a mendicare un rifugio. La battaglia di Campaldino, a cui l'Alighieri partecipa con valore, non è che uno degli innumerevoli scontri della tipica vita di una persona d'ingegno, dal carattere difficile: una continua corsa a ostacoli, che fa pagare duramente la luce del genio.