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Ci sono voci, canzoni, poesie che dicono il silenzio, riempiono la distanza come Morgana, la bruma, che all'alba colma i dirupi e trasforma il vuoto in un uniforme paesaggio di ovatta. Ci sono distanze, accadute di colpo, pregne di separazione e lutti. Ci sono uomini che costruiscono ponti, grazie alla parola. C'è un pandemia che ci ha isolato ma non spento, forse affievolito. Si sono svuotate le vivaci aule del nostro Istituto; gli alberi del parco non hanno più protetto gli studenti durante le pause e gli animali nostri ospiti hanno goduto di maggiore libertà. Però... IPU, luogo della parola e della relazione, palestra dei sentimenti, contenitore educativo e formativo non ha accettato il silenzio e la solitudine, ha rivendicato almeno i volti. La buona volontà e la passione dei docenti, con l'ausilio della tecnologia, hanno forzato il blocco e raggiungo gli studenti in attesa. È nato, così, il progetto Voci dalla distanza, come recita la presentazione: "un contenitore di emozioni, di riflessioni, di suggestioni e di provocazioni".