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Scrivere di una società che sembra in via di estinzione non è stato facile perché molte relazioni sociali portatrici di benessere psico-fisico sono perse per sempre. Uccidere una donna o calpestare la sua libertà non è indice di buona convivenza, ai reati contro le donne fanno da contrappeso gli abusi sui minori o, nella estrema disperazione, gli esseri più fragili, o all'apparenza tali, che compiono reati contro gli uomini. Da questa premessa si rileva come non esista un membro di questa società che non sia toccato non tanto dall'anomia, ma piuttosto dallo scarso rispetto verso il proprio simile. A niente possono valere le feste o le sdolcinature rivolte ai piccoli se poi gli stessi divengono oggetti da vendere al migliore offerente.Questo libro riporta in copertina l'immagine di un'opera, La fame, che esprime con drammaticità la condizione della nostra società e rappresenta un tacito invito a non ridurre un bambino alla fame e una madre alla disperazione. La scelta di questa immagine non è stata casuale. L'opera ha infatti esercitato una forte suggestione emotiva e ha sospinto l'autrice stessa a intraprendere la professione medica.