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Dopo l'entusiasmo giovanile con cui accolse L'Action, Luigi Sturzo manifesta un nuovo interesse per la filosofia di Maurice Blondel sin dai primi anni del suo esilio londinese. Tale interesse si intensifica a cominciare dal 1934, quando ha inizio una feconda corrispondenza tra i due pensatori, interrotta dalla guerra. È in questo periodo che Sturzo pubblica tre «penetranti» scritti: A french philosopher (1934); Un problème d'orientation sociale dans la «pensée» de Maurice Blondel (1935); Maurice Blondel's «La Pensée». The Philosophy of «L'élan spirituel» (1936). Quasi ignorati dalla critica blondeliana e poco considerati dagli studiosi di Sturzo, questi saggi (qui analizzati e riproposti nella redazione originaria in lingua italiana, fino ad ora inedita), testimoniano non solo una insolita perspicacia interpretativa della filosofia di Blondel; essi rivelano anche un profondo legame con il pensiero del filosofo francese, che dà ragione della singolare modalità con cui Sturzo utilizza le tesi blondeliane nelle sue maggiori opere di sociologia scritte in questi anni.