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Giampaolo Tolomei fu un rappresentante molto significativo della classe dirigente padovana nel periodo risorgimentale e postunitario, esperto giurista e stimato politico, autorevole docente all'Università degli Studi di Padova, dove occupò le prestigiose cariche di Rettore e Preside della Facoltà giuridica. Carattere forse troppo prudente e tendenzialmente conformista, incline al rispetto per ogni autorità costituita, l'atteggiamento di Tolomei di fronte al governo austriaco non fu certo quello di un caldo patriota, anche se egli condivideva le posizioni del movimento liberalnazionale moderato. Nel 1868 Tolomei fu nominato membro della Commissione legislativa istituita per compilare il progetto del nuovo Codice penale italiano, la cui redazione definitiva vide la luce soltanto nel 1889. In questo periodo il suo pensiero fu caratterizzato da momenti di inaspettato liberalismo, che rendono la sua immagine non monocorde. Egli scese in campo con una durissima requisitoria contro il Codice penale sardo, che giudicava ispirato al principio politico dell'intimidazione, e difese caldamente l'abolizione della pena di morte.