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Il volume ricostruisce l'itinerario speculativo di Felice Balbo: a partire dall'incontro con i cattolici comunisti e dalla collaborazione con la casa editrice Einaudi, si propone una lettura delle opere del pensatore piemontese, come "L'uomo senza miti" (1945) e "Il laboratorio dell'uomo" (1946), seguendo il percorso che lo portò, dopo il 1949, a rivedere molte posizioni precedenti, in dialogo con autori quali Norberto Bobbio e Augusto Del Noce, e ad abbandonare, nel 1951, il Partito Comunista. Attraverso un esame ravvicinato delle fonti e delle frequentazioni di Balbo, l'autore offre un'interpretazione originale di quella "filosofia dell'essere" che segnò l'ultima fase della sua elaborazione.