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Verso la fine degli anni Cinquanta del Novecento, per impulso della critica marxista, Goldoni diventò lo scrittore "organico" alla borghesia del Settecento, ottimista e progressista. Poi, negli ultimi trent'anni del secolo, cominciò a imporsi l'immagine di un Goldoni espressione di una "crisi" che via via assumeva caratteri sempre più "neri" e decadenti. Ma questa "crisi" c'è davvero stata? Davvero si può mettere in scena Goldoni come interprete di un mondo in rovina? Davvero il secolo dell'Illuminismo è stato un'epoca di sfascio e di rovina? A queste, e ad altre domande, cerca di rispondere questo libro che, con le sue "divagazioni", passa in rassegna più di mezzo secolo di interpretazioni goldoniane.