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In epoca fascista la Cina e l'Estremo Oriente acquistano grande valore per l'Italia, alla ricerca di una dimensione mondiale. Negli anni Venti la presenza in Cina rimane però limitata e priva di reali possibilità e solo dal 1928, con l'ascesa dei nazionalisti, la politica estera fascista comincia a interessarsi seriamente alla regione, mantenendo fino al 1937 un atteggiamento filocinese. In seguito all'invasione giapponese, Roma cambia però strategia scegliendo l'alleanza con il Giappone. Nel nuovo quadro della politica italiana per l'Estremo Oriente si inserisce il viaggio di una delegazione del PNF, inviata nel 1938 a visitare l'Impero giapponese e il Manciukuò, la cui relazione finale, ricca di interessanti spunti, è qui interamente riprodotta.