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Il 1° ottobre del 1862 a Palermo 13 persone vengono pugnalate in diversi punti della città. Uno dei pugnalatori, catturato, confesserà i nomi degli altri esecutori e dei mandanti: il principe di Sant'Elia e alcuni prelati. Il magistrato Giacosa, a cui venne affidato il caso, riteneva il principe colpevole, a capo di un complotto neoborbonico. L'opera, attraverso documenti memoriali, dà voce al magistrato e analizza le zone d'ombra che ancora avvolgono la vicenda dei pugnalatori.