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Eco di eventi che hanno inciso profondamente sulla coscienza moderna, l'opera di Benjamin Fondane è espressione di un "irrassegnato" confronto con l'assurdo e con il male assoluto, di un'esperienza "ai confini della vita", che si traduce in un esilio dell'anima, conseguenza di un sentimento di dolorosa inappartenenza. Nato nel 1898 a Iasi, in una famiglia di intellettuali ebrei, all'età di 25 anni decide di trasferirsi a Parigi, scelta che segna una tappa fondamentale del suo itinerario di uomo e di scrittore. Morirà nel 1944 nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Prima di intraprendere l'ultimo viaggio, prima che l'abisso diventi reale, affida ai suoi scritti il senso profondo di una rivolta spirituale e lascia in eredità "agli uomini degli antipodi" il dovere di coglierne il significato. Il volume "Ulisse" propone la traduzione inedita, a cura di Annafrancesca Naccarato, di una parte tra le più rappresentative della sua poesia in lingua francese.