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Scrittori ecclesiastici della prima età cristiana, esegeti e Padri della Chiesa, da Eusebio di Cesarea a Giovanni di Antiochia, a Cirillo e Girolamo, successivamente le testimonianze degli agiografi medievali, tutti hanno tessuto le lodi di Luciano. Tra gli inizi del culto del glorioso martire si incontra la Casa imperiale, con Costantino il Grande, il quale prima di farsi battezzare dal vescovo Eusebio di Nicomedia in villa Acirona, nei dintorni della città imperiale, ove morì il 22 maggio 337, confessò i suoi gravi peccati presso la tomba di Luciano nella casa di preghiera dei martiri, in Drepano, rinominata Elenopoli in onore della regina madre, che nutrì per il santo presbitero di Antiochia una speciale devozione. Lo straordinario privilegio goduto dal popolo di Lusciano di custodire da secoli le reliquie di san Luciano e il culto incessantemente professato con fede viva e venerazione popolare sono stati nel primo decennio del secolo scorso gratificati dal riconoscimento pontificio del suo patrocinio, unico nell'orbe cattolico.