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Anna è la madre di Alessio, la sua malattia l'ingombrante e imprescindibile punto fermo dell'autobiografia del figlio. Che si parli delle sue storie o meno. È infatti una vita, quella di Alessio, condizionata sotto ogni aspetto dal rapporto - morboso, ossessivo, talvolta addirittura carnale - con la donna. Una piccolo-borghese di provincia, Anna, affetta da sindrome bipolare, una patologia che la porta a continui cambiamenti nello stile di vita, nel lavoro e nelle amicizie, ma soprattutto che ha profondi riflessi sui suoi rapporti affettivi più cari. La vita di Anna e quella di Alessio si intrecciano così in questo racconto e l'io narrante non può che descriverle sotto la lente deformante degli sbalzi di umore della protagonista. A fare da contorno, una nutrita vetrina di personaggi, talora grotteschi e quasi surreali, con il compito di fornire un ritratto dell'Italia del ventennio tra gli anni '60 e gli anni '80, ricco di rivolgimenti sociali e culturali e nel corso del quale si tenta di lasciarsi alle spalle la pesante e ancor presente eredità del nazifascismo.