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Un'opera teatrale vive di carta, legno e carne. Il testo ne racchiude e fissa le parole; le assi del palcoscenico e del teatro ne sono ossa, terra e cielo; gli attori e i registi la trasformano in voce e corpo e la modificano nel corso degli anni. Questo volume indaga la particolarissima "vita" del King Lear, l'opera shakespeariana che forse più di ogni altra ha visto una folta schiera di adattamenti, riscritture e burlesques avvicendarsi sulle scene inglesi in un arco di tempo che va dalla Restaurazione all'Ottocento. Guardare a queste opere (alcune delle quali ebbero grande fortuna tra i contemporanei) consente non solo di comprendere la multiformità delle metamorfosi sceniche e testuali del dramma originale, ma permette anche di avvicinarsi con una nuova prospettiva alla cultura e al gusto sei-ottocentesco d'oltremanica.