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L'arco storico-teoretico disegnato dai precedenti lavori dell'Autore (su Rosmini e sul neoidealismo) postulava di essere completato mediante la conduzione al livello della piena consapevolezza del contenuto intero ed esatto della speculazione filosofica di Vincenzo Gioberti, scaturente - a ben vedere - dalla dialettica che intercorre, nelle impetuose pagine del prete di Torino, tra la polarità della ragione e la polarità della rivelazione, laddove è la rivelazione a stabilire l'estensione e i confini della ragione, con un'evidente ricalibratura dell'analoga dualità kantiana. Ne deriva una riflessione filosofica nella quale il baricentro appare con evidenza collocato nella positività in quanto termine della speculazione, positività che consiste nel porsi dell'Essere creante quale oggetto dell'intuito.