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"Cane-fonnese", nonostante il titolo, non è un romanzo sulle abitudini di questa straordinaria e ormai rara razza di cani pastore, originaria della Sardegna; né è una guida per l'allevamento dei cani in genere, per i quali comunque traspare una passione evidente. È un romanzo che trasporta il lettore in una dimensione apparentemente fantastica: il protagonista è infatti un cane parlante, ma i legami con la realtà non per questo si affievoliscono. Eventi di una stringente e appassionante attualità (dalla crisi del lavoro al problema dei rifiuti o dell'immigrazione) si alternano a spunti nostalgici su un mondo ormai perduto (quello delle antichità classiche, rivisitato in un modo del tutto peculiare) e satirici (come nell'episodio "Mi manda Mandolino"), tra frequenti cambi di scenario e l'intrecciarsi di diversi piani narrativi e personaggi, tutti accomunati da un forte desiderio di vivere.