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Com'è possibile che gli esseri umani riescano a conoscere la natura? Come si fa a dire che le conoscenze ottenute sono valide? C'è qualcosa che non possiamo conoscere? A queste tre domande risponde Immanuel Kant in una celebre opera del 1781, la Critica della ragion pura, che segna una tappa fondamentale della filosofia, ma che è anche un bel mattone. Le rapide sintesi, come nei manuali, fanno perdere il ragionamento di Kant. Quando si entra nei dettagli del ragionamento e se ne ricostruisce il contesto storico, si finisce per dimenticare i grandi problemi che Kant voleva risolvere e la cui soluzione ci riguarda. Immaginate un'aula universitaria. Entra un prof. che si è messo in testa di spiegare le idee di Kant sulla conoscenza umana. Gli studenti, oltre a masticar poca filosofia, preferirebbero temi più attuali. Fortunatamente, dall'Empireo in cui si trova, il grande filosofo tedesco ha accolto la richiesta di aiuto inviatagli in anticipo dal prof. Verrà a rispondere personalmente ai quesiti degli studenti. E insieme a lui arriveranno dall'Empireo molti altri che hanno affrontato i temi della Critica della ragion pura. L'aula finisce così per ospitare un'animata discussione.