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"Quante volte passando davanti a un edificio siamo rimasti senza parole di fronte alla sua bruttezza? Le nostre periferie sono piene di palazzi nei quali volentieri non metteremmo mai piede, né tanto meno accetteremmo di abitare. Aria, luce, spazi verdi e decoro architettonico sembrano lussi per pochi. E le nostre metropoli inquinate, degradate e piene di barriere architettoniche che trasformano bambini, anziani e portatori di handicap in cittadini di serie B, sono lo specchio di una società basata su diseguaglianza e sfruttamento irresponsabile dell'ambiente. Tutto questo deve cambiare o non sfuggiremo all'autodistruzione. E per farlo, ci spiega l'autore, l'architetto deve uscire dalla sua torre d'avorio e parlare con la gente comune. Solo così sarà in grado di progettare architetture esteticamente valide, funzionali ed ecocompatibili, nate da una visione che restituisce dignità all'essere umano nonché alla Natura cui egli è indissolubilmente legato." (Annarita Triarico, giornalista)