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La "disperazione rassegnata" è un'espressione formulata da Leopardi per indicare lo stato d'animo a cui, per poter vivere meglio, dovremmo pervenire dopo una certa esperienza della vita: la rassegnata, anche se sofferta e riluttante, accettazione della realtà, senza speranza che vicende, persone (noi stessi), possano cambiare oltre un certo limite. Disperazione, dunque, nel senso di "non speranza"; una disposizione d'animo dolente, ma pacata, rassegnata, pervasa da mancanza di conflitto, e in ultima analisi, da una forma di serenità e di sottile ironia, perché "la disperazione ha sempre sulla bocca il sorriso". Quando non si può cambiare la realtà, all'uomo saggio non rimane altro "conforto e rimedio" che "ridere dei mali comuni". Un'impostazione a cui gli autori proposti cercano in certo modo, chi più chi meno, di accostarsi.