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Il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia offre l'occasione per una riflessione approfondita e possibilmente libera da pregiudizi e stereotipi sulla ritrosia degli italiani e, più in generale, degli occidentali, a pensarsi e ad agire come comunità, nazione, Noi. È ancora possibile, nell'epoca della globalizzazione, dialogare con mondi altri, apprezzandone le differenze di linguaggio e mentalità ma disdegnando la propria comunità e la propria cultura? Perché è così facile, in politica, invocare spesso l'Io ma riesce così difficile riconoscersi nel Noi? Le risposte a tali interrogativi sono da ricercarsi nella paura che l'Occidente ha di se stesso, paura che è alla radice dell'odierno malessere sociale e che trova le sue ragioni storiche nell'incessante declino, in atto sin dagli albori della modernità, di tutti i tipi di Noi, dalla famiglia alla nazione.