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Marciano di Eraclea del Ponto, il "massimo conoscitore di itinerari marittimi nell'età imperiale romana", databile fra il III e il V sec. d.C., geografo e forse anche brillante animatore di un circolo culturale di Costantinopoli e governatore di una provincia imperiale, ci ha conservato l'opera geografica di più vasto respiro dell'antichità dopo quella di Tolomeo: il suo Periplo del Mare Esterno abbraccia infatti le coste del Golfo Arabico come quelle della Cina, le coste del Marocco e quelle della Sarmazia, l'isola di Taprobane e le Isole Britanniche, traducendo la geografia matematica di Tolomeo nel linguaggio lineare dei peripli. Grazie a Marciano si sono inoltre conservate parti e frammenti delle opere, altrimenti perdute, di due importanti autori antichi, il Periplo del Mare Interno di Menippo di Pergamo, del I sec. a.C., e la Geografia di Artemidoro di Efeso, del II-I sec. a.C. Marciano fu infatti attivo come "editore" di peripli antichi, che compendiò, corresse e raccolse in un volume che ci è in larga misura restituito da un codice del XIII sec.