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La Fata Smemorina di Cenerentola non ricordava la formula magica per trasformare la zucca in un cocchio; Trilli emetteva scampanellii; la Fata Turchina di Pinocchio aveva lunghi capelli azzurri. La trasparenza del nome è sempre stata importante nei prodotti destinati ai più piccoli. Ma è ancora così? Maria Carosella ci svela attraverso una minuziosa analisi cosa si cela dietro il nome di una fata, una strega o un folletto moderni. E così si scopre che per creare i nomi degli esseri magici e dei luoghi incantati che popolano i racconti e i cartoni animati made in Italy o i film statunitensi tradotti destinati alle nuove generazioni si attinge a piene mani dalla mitologia classica, celtica e norrena, si usa l'inglese come se fosse una seconda lingua madre, si fanno riferimenti a cose e concetti certamente non appartenenti al mondo dei giovanissimi col risultato che siano più nomi "per grandi" prestati ai bambini che non nomi "per bambini" inventati dai grandi. Prefazione di Ugo Vignuzzi.