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La cultura architettonica del XX secolo ha attuato progetti applicando un metodo cartesiano di separazione fra uomo e natura: si sono così prodotti sistemi chiusi di forme preordinate rispecchianti una logica dicotomica che frammenta la realtà in sistemi opposti e inconciliabili. La natura non è una macchina e il considerarla tale porta a perdere di vista le connessioni che tengono in vita l'uomo e l'intero universo. Tutto l'esistente è profondamente interconnesso e ciò implica la presa in considerazione di un'ipotesi ecologica per la quale l'equilibrio si attua attraverso l'autorganizzazione di entità complesse composte da esseri viventi e natura.