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"Maestri futili?" si propone di evidenziare la centralità dell'opera di Gabriele d'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese ed Emanuele Severino nel panorama culturale italiano del Novecento e contemporaneo. Occupandosi di alcuni importanti scritti in prosa ed in poesia del Vate e di Carlo Levi, Sperduto mette in risalto la sorprendente vicinaza-lontananza che li contraddistingue - e che coinvolge anche G. Leopardi. Inoltre, scandagliando i temi principali del pensiero severiniano, si appura che essi possono a loro volta essere accostati alle riflessioni leviane in merito al concetto ambiguo di "futilità". E proprio la tematica della futilità ha assillato Cesare Pavese che, dicendo addio alla futilità della vita, ha in tal modo rinunciato all'unica ancora di salvezza a lui disponibile. Questo libro vuole essere un invito a lasciarsi guidare dalla "futilità" di quattro grandi maestri italiani che, per usare un'espressione platonica, andrebbero considerati al contempo venerandi e terribili.