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Gestazioni che durano anni ed anni, la cui verità, assecondata dai difensori della sura e suggellata dalle parole più che normative performative delle donne, assicurano, in terra maghrebina, la convivibilità di un preciso segno matriarcale con il ben noto patriarcato di quelle culture. Partendo dal mito del bimbo addormentato, Clelia Castellano ci presenta un libro che merita attenzione, in quanto, riallacciandosi alle metafore del diritto notturno dell'insonnia di Carbonnier, questa giovane studiosa napoletana introduce il lettore ad interessanti ipotesi di pluralismo giuridico proprio al crocevia primordiale e materno dell'identità femminile. La chiave di lettura di questo libro rivela la sua rilevanza euristica nel momento in cui, implicitamente, si costituisce come un invito a ripensare la funzione della riflessione socio-giuridica in uno scenario multiculturale, [...] aperto all'indagine di uno spaccato di vita socioculturale concreto e vivo. (Dalla Prefazione di Lucio d'Alessandro).