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Ci fu un mese in cui, a Parigi, tutti pensarono che tutto potesse cambiare: era il maggio '68. Cominciò con la scintilla della protesta studentesca, divampò in Francia con dieci milioni di persone in sciopero e finì in un fuoco fatuo. Fu un enigma, e forse lo è ancora. Il perché successe, cinquant'anni dopo, per la Storia non è ancora passato in giudicato. Ciò che successe è invece cronaca. Roberto Gobbi è tornato sulle strade di quella rivolta immaginaria per ripercorrerne gli avvenimenti giorno per giorno. Dalla presa della piccola Bastiglia di Nanterre, l'università-laboratorio, al primo sampietrino lanciato davanti alla Sorbona contro la polizia che mette mano ai manganelli, dalla lunga notte delle barricate all'occupazione delle fabbriche. Fino al momento in cui i benzinai, rimasti a secco per lo sciopero, ricominciano a riempire i serbatoi delle auto e i parigini barattano il Maggio con un week end, riconsegnando il Paese al vecchio generale De Gaulle. Fu l'avventura di una generazione che non voleva conquistare il potere, che forse non sapeva cosa voleva davvero, ma sapeva sognare: non fece cadere la V Repubblica, però prese la parola e cambiò i rapporti tra genitori e figli, insegnanti e allievi, uomini e donne, servi e padroni. Un romanzo dove compaiono protagonisti conosciuti, ma anche personaggi insospettabili: il buon prefetto che governò la violenza evitando il bagno di sangue, la bella mannequin che, per un mal di piedi, perse un capitale e si guadagnò la Storia, la chansonnier cui De André "rubò" la "Canzone del maggio", la ragazza che prese marito in mezzo ai lacrimogeni, il sequestrato in fabbrica di Bouguenais, i ladri che vendettero i manifesti della protesta per un pugno di dollari.