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Nominato funzionario dell'impero britannico sull'isola di Zenkali, Peter Foxglove non vede l'ora di raggiungere quello che tutti a Londra definiscono un autentico paradiso tropicale. Avvolta nella luce solare e sorvegliata dai coni di due vulcani, l'isola ha i colori di un arazzo variopinto cinto da un mare blu intenso e da una meravigliosa barriera corallina. La popolazione vive pacifica, nonostante l'atavica rivalità tra le due tribù dei Fangoua e dei Ginka. La flora e la fauna sono rigogliose e fonte di benessere: un'unica specie vegetale, l'albero Amela, regge l'intera economia dell'isola e dà lavoro a tutti i suoi abitanti, i quali non conoscono né tasse né catastrofi naturali. L'unico cruccio per i tranquilli isolani è l'estinzione di un uccello, l'uccello beffardo, venerato per secoli come un dio dalla tribù dei Fangoua e chiamato così per il suo richiamo simile a una risata sfrenata. Foxglove, dunque, ha di che rallegrarsi sbarcando a Zenkali con un incarico delicato, ma all'apparenza non troppo gravoso: costruire nell'isola, giudicata d'importanza strategica dai capi di stato maggiore britannici, una pista d'atterraggio. Quando, tuttavia, in un'amena valle vengono scoperti quattrocento alberi Ombu e quindici coppie di Uccelli Beffardi, accade l'irreparabile per gli irreprensibili funzionari britannici. Il re Kingy sconfessa il suo ministro furfante e si oppone alla costruzione della pista di atterraggio che prevede l'inondazione della sacra valle del volatile.