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Intorno al 1860, quando l'americana Louisa May Alcott stava scrivendo "Piccole donne", gli Stati Uniti venivano chiamati ancora il Nuovo Mondo, e da questo grande Paese la vecchia Europa si aspettava molte cose veramente nuove. Forse l'autrice non immaginava che il suo romanzo, dedicato alle adolescenti del proprio tempo, diventato subito e rimasto per sempre famoso, avrebbe rappresentato una di queste novità, scavalcando i confini della nazione e dell'epoca in cui la scrittrice visse per arrivare intatto fino a oggi col fascino della sua vicenda e il messaggio della sua forza educatrice. La Alcott ha saputo dimostrare, col suo primo romanzo, con quanta vitale energia anche le ragazze siano capaci di affrontare le difficoltà di una famiglia e i disagi dell'età breve; ma fu una novità anche leggere un libro per fanciulle tanto aderente alla realtà in pieno secolo romantico; un'epoca in cui le giovani donne in età da marito, almeno nei romanzi, dovevano svenire per un'emozione e accogliere lo sguardo di un ragazzo come pegno di amore eterno. A breve distanza di tempo da "Piccole donne", uscirà il seguito, "Piccole donne crescono", poi "Piccoli uomini", scritto a Roma; ultimo della serie, "I ragazzi di Jo". Introduzione di Claudia Gamberale. Premesse di Berenice e Silvano Ambrogi.