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"Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina". Quanti di noi hanno accompagnato la voce di Fabrizio De André canticchiando la celebre e struggente ballata? L'autore di "Spoon River" era un avvocato del Kansas, colto frequentatore dei classici che, per la stesura delle opere considerate poi tra le più innovative e originali della poesia americana, si ispirò agli epigrammi greci dell'"Antologia Palatina", alla "Divina Commedia", ai poeti romantici inglesi. E compose il documento forse più esaustivo, completo, realistico e lirico della vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti del paesino di Spoon River che ora, appunto "dormono, dormono, dormono sulla collina". Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, ognuno si presenta sul palcoscenico ideale che l'autore gli offre e racconta la propria storia: la vittima accusa il carnefice, e subito dopo il carnefice cerca di giustificarsi agli occhi dei posteri o piange il proprio rimorso. Gli innamorati si confessano l'un l'altro segreti che da vivi non ebbero il coraggio o la viltà di svelare. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d'ingrandimento che rivela anche i particolari più nascosti, gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. Introduzione di Walter Mauro e Barbara Lanati.