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Kireka è il più popoloso quartiere della città africana di Kampala. Qui vivono molte donne delle tribù degli Acholi, fuggite dall'Uganda settentrionale a seguito della terribile guerra scoppiata nel 1986, scappando dagli uomini che avevano attaccato i loro villaggi, le avevano rapite e costrette ad azioni terribili. Quando Rose comincia a operare nel loro slum, scopre che non vogliono curarsi, perché non vogliono vivere; sono consumate dall'AIDS, hanno compiuto atti indicibili: che valore può avere la loro vita? Nell'amicizia con don Luigi Giussani Rose aveva riconosciuto il suo valore, aveva incontrato Dio che si fa carne e ci vuole, ci ama, ci tratta come un tesoro inestimabile. Mossa dalla commozione per questa scoperta, Rose inizia a stare con le donne dello slum che, riscoprendo il loro valore e la loro dignità, cominciano a curarsi e a prendersi cura dei propri figli. Lavorano otto-dieci ore al giorno per ridurre enormi macigni a sottile ghiaia da rivendere ai costruttori, eppure cantano e ballano, perché hanno il cuore colmo di gioia. Tu hai un valore infinito, sei amato: è questa l'unica eredità che possono e vogliono lasciare ai loro figli. Per questo realizzano migliaia di collane in carta riciclata, le vendono e si fanno aiutare a costruire due scuole dove i loro figli possano essere educati a ciò che può rendere un cuore inarrestabile: la certezza di essere amato.