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Il volume affronta il bicentenario dell'Indipendenza dell'America ispanica (1808-1824) con uno sguardo originale che va al di là sia della visione ufficiale dei fatti, sia del luogo comune che essa sarebbe stata figlia della rivoluzione francese. Il fenomeno dell'indipendenza è riletto a partire dal tentativo di alcuni dei protagonisti che, mossi dal desiderio del cuore, cercarono con ansia una novità capace di cambiare il mondo, scontrandosi però con il limite e la sproporzione che la realtà imponeva loro. Tante le domande che emergono: che cosa muoveva Agustín de Iturbide, José San Martín o Simón Bolívar? Perché il processo di indipendenza non si limitò alla rottura con la Spagna, ma si prolungò nella dolorosa separazione interna delle antiche province che formavano i viceregni? Perché l'eredità di questo fatto storico fu l'instaurarsi di un caudillismo che rese impossibile ogni tentativo di unità, aprendo la strada a una crisi che arriva fino ad oggi? Quale atteggiamento oggi può permettere il perdurare del desiderio dei Padri fondatori? Qual è la politica che veramente serve il desiderio? Chi sostiene l'educazione del desiderio dell'uomo nella storia?