Tab Article
È possibile vivere, lavorare, fare impresa senza rinunciare al proprio desiderio di felicità? Di più: è possibile costruire l'impresa attorno al desiderio di felicità dell'io fino a dire che questo è il suo scopo? È possibile che proprio questo sia il fattore che fa funzionare meglio l'impresa realizzando il bene delle persone, dell'impresa stessa e della società? "L'esperienza di ITACA mostra che questa impresa è possibile e desiderabile, che l'ideale messo alla prova fa vivere meglio, più lietamente e più costruttivamente il lavoro. Quando ho iniziato a fare l'imprenditore ero attirato da questa prospettiva, ma oggi ne ho le prove. Non una convinzione, ma un'evidenza legata all'osservazione dei fatti, dalla soddisfazione dei miei collaboratori ai risultati conseguiti. Per questo ho voluto raccontare la storia di Itaca, così feconda nei suoi esiti imprenditoriali, frutto del costante invito a non trascurare mai il proprio io. È questo il tema dominante del dialogo tra me e i miei collaboratori ai quali ho costantemente e sinceramente comunicato ciò che ha sempre animato la mia vita: la tensione alla felicità che si attua nel dono di sé, realizzando insieme il bene proprio, dell'azienda e della società". (Eugenio Dal Pane).